Storyteller e Content Manager: chi sono e cosa fanno

Uno storyteller è un content manager ma non è detto che tutti i content manager siano anche storyteller.
Vi abbiamo confuso ancora di più le idee? Probabile!
Ma allora cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Storyteller e Content Manager: chi sono

Iniziamo con qualche definizione.
Il content manager è colui che si occupa di content marketing.
Ancora un passo indietro: content marketing letteralmente significa “marketing dei contenuti”.
Quindi il content marketing è una tipologia di marketing che si basa sulla creazione di contenuti. Lo scopo è sempre lo stesso: acquisire, fidelizzare e quindi mantenere nuovi clienti.
I contenuti, soprattutto quando si parla di web content marketing, sono veicolati tramite il web.
Il content quindi può essere tante cose: post, foto, video, audio ma anche infografiche, video, webinar, articoli, guide, seminari e tutto ciò che possiamo trovare in rete.

Veniamo ora allo storytelling.
In italiano non esiste una vera e propria parola che esprima il concetto. La traduzione letterale, un po’ forzata, sarebbe “arte di raccontare”. Ma gli storyteller fanno molto di più: raccontano un prodotto o un servizio usando le emozioni, facendo leva sui sensi.
L’intento è quello di raggiungere il cliente o il potenziale tale, a livello emotivo. Ecco allora che, attorno al prodotto da promuovere viene così costruita una storia pensata proprio per attirare l’attenzione dell’utente.

Uniamo ora i due concetti.
Il mondo del web è un mondo veloce, dove chi naviga è sottoposto a migliaia di input e informazioni. La maggior parte di queste vengono scartate e cestinate. Alcune ci lasciano indifferenti e poche rimangono impresse. Quando succede, significa che il content manager e lo storyteller (che spesso sono la stessa persona!) hanno fatto bene il loro lavoro. Sono cioè riusciti a fare breccia sul nostro cuore, mente, pancia attraverso una storia riuscita.

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Come fare storytelling e content marketing

Content is the king, disse ormai più di 20 anni fa un Bill Gates all’inizio della sua ascesa al successo.
Ora questa frase è diventata una sorta di Bibbia del web marketing.
Significa che in Rete contano sempre più i contenuti, che devono quindi essere di qualità, coerenti con il prodotto, originali e, come abbiamo visto, empatici.

Ma come si fa a diventare uno storyteller e/o un content manager?
Non esistono facoltà specifiche, ma interessanti corsi di formazione. Però, più che ogni altra cosa, serve anche una certa predisposizione. Bisogna essere curiosi, aver voglia di esplorare nuove nozioni e nuovi mondi e soprattutto di capire ciò che ci circonda. Solo così si può entrare in sintonia con ciò che pensa il potenziale cliente e quindi creare dei contenuti di qualità.

Poi servono competenze specifiche ovvero abilità di scrittura, ma anche conoscenze delle logiche del web, con particolare attenzione ai social network, mezzi potentissimi per veicolare storytelling e innescare reazioni virali.

Strategie di content marketing e storytelling poi, possono essere applicate in qualsiasi settore merceologico e aziendale, di ogni tipologia e dimensione.
Un bravo content manager saprà quindi progettare la comunicazione idonea creando su ciò che deve promuovere una storia mirata.
Operativamente significa:

  • delineare le esigenze del cliente e conoscere perfettamente le caratteristiche del prodotto/servizio;
  • analizzare il contesto di riferimento ed eventuali competitor;
  • creare una storia, pianificare cioè il modo in cui raccontare il prodotto in modo ematico;
  • progettare un piano di comunicazione in cui si definiscono le fasi di intervento e i mezzi da utilizzare (blog, Facebook, Linkedin, Instagram, Pinterest ecc…);
  • creare un calendario editoriale andando a dettagliare date e contenuti da inserire online e dove pubblicarli.

Alla pubblicazione, poi, segue un’altra fase fondamentale: l’interazione con gli utenti allo scopo di creare engagement. Bisogna quindi seguire i commenti, commentare a propria volta, rispondere ad eventuali domande in modo repentino… insomma, farsi vedere presenti e reattivi.

Non ci si può improvvisare storyteller e content manager. O meglio, si può ma il rischio è di ottenere l’effetto opposto perché il web non ha molto tempo da perdere. Se un messaggio non piace, basta un clic per cestinare una mail, togliere un like a una pagina, navigare altrove…
Meglio rivolgersi quindi a professionisti, ad una agenzia di comunicazione seria che saprà come consigliarvi.
E qui non possiamo che farci un po’ di pubblicità!

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