Prima dell’avvento dei social network, c’è stato un tempo in cui lavoravamo dalle 9 alle 17 mentre le notti e i weekend erano riservati agli amici e alla famiglia. Ora, all’incirca il 38% delle persone nel mondo utilizzano reti sociali online per rimanere in contatto con amici, collaboratori e colleghi. Molti di quelli che siedono alla scrivania (a lavoro) spesso usano, alla luce del sole o di nascosto, Twitter o Facebook, per rimanere in contatto con amici e non per contatti di lavoro.
Leggevo negli appunti di Ron Miller (qui qualche suo scritto), che i confini tra lavoro e vita domestica stanno rapidamente diventando confusi e i social network stanno incalzando il passo. Miller offre un certo numero di spunti interessanti, nel suo articolo, ma questo è quello che realmente mi ha colpito.
Qualunque cosa accada, non si possono “licenziare” con facilità strumenti i social network.
È possibile che questi strumenti di social networking siano solo l’inizio di qualcosa che porterà a modalità di interazione fra utente e utente che non abbiamo mai immaginato: ma qualunque cosa accada, non si possono respingere questi strumenti, così facilmente. Ci stanno prendendo perché ci distolgono dai nostri doveri e perché rendono l’approccio molto più semplice, ma dobbiamo capire che questi strumenti stanno riscrivendo le nostre regole sociali, spesso dandogli un nuovo significato (non sempre positivo).
I servizi dei social network aumentano il numero di persone che possiamo incontrare, limitando al massimo la percezione della distanza. Non siamo più limitati a relazionarci per criteri di prossimità con persone del nostro quartiere, della nostra città o del luogo di lavoro: possiamo spaziare ben più lontano. Ed è per questo che dal 2011 il numero delle relazioni a distanza è aumentato del 27%: ora è tutto più facile.
Ovviamente, la conoscenza di altre persone on-line non è un concetto nuovo, risale alla nascita dei servizi come Bulletin Board (BBS), IRC, e CompuServe. Le principali differenze sono però che, ora, possiamo comunicare in tempo reale grazie all’instant messaging, ai post di Facebook, o ai reply di Twitter. Ed è più interattivo, più un faccia a faccia, di quanto lo siano le interazioni via e-mail, forum, o bacheche, ma significa anche che ci sono molti più rischi di gaffes sociali o passi falsi.
Gli utenti ormai sono abituati a questo, o si stanno abituando, e per questo stanno cominciando a stabilire nuove convenzioni sociali.
Ogni giorno leggiamo di articoli che parlano del “galateo dei social network” o dell’etichetta della Rete (più comunemente conosciuta come Netiquette) e, spesso, le persone più esperte ricordano le regole a chi non le rispetta.
L’aspetto positivo dei social network è che uniscono persone con ideali opposti che scelgono il confronto piuttosto che la disputa: conservatori/liberali, smanettoni/novizi, genitori/non genitori, credenti/non credenti.
Di conseguenza però, le gerarchie prima o poi potrebbero essere stabilite e la struttura sociale sarà destinata ad emergere. È quello che abbiamo sempre fatto noi esseri umani.
Non sarei sorpreso di vedere delle comunità che stabiliscono nuove regole sociali: sarei sorpreso di vederlo tra tanto tempo. La convivenza tra generi e ideologie differenti va in antitesi, purtroppo, con il genere umano.