Nonostante l’euforia iniziale, esperti di pubblicità e marketing si sono presto dovuti ricredere circa le possibilità di utilizzare Snapchat per il business. Il social più in voga del momento si è infatti rivelato per certi aspetti inadeguato per la promozione delle più disparate categorie merceologiche.
Nonostante in alcuni casi (Mc Donald, Audi e la Southampton Fc sono i più eclatanti) i risultati siano stati sorprendenti, la caratteristica del social che prevede la cancellazione immediata dei video e delle foto pubblicate rende, in sostanza, inadeguato questo strumento per fare marketing. Ma come funziona Snapchat?
Snapchat per il business: i principali svantaggi
Se l’invenzione di Evan Spiegel ha spopolato proprio perché, al contrario di Facebook e degli altri social condivisibili all’infinito non lascia traccia, dal punto di vista del marketing questo si è rivelato in un certo senso un tallone d’Achille.
Benché non siano mancati esempi felici in cui esperti marekter sono riusciti a trarne vantaggio, Snapchat contrasta con lo scopo basilare della pubblicità: veicolare a un numero sempre maggiore un messaggio fino a farlo diventare, nei casi più riusciti, un fenomeno di massa.
A differenza di tutti gli altri social, sui quali la classica frase esca o un’immagine accattivante può funzionare, la piattaforma ideata da Spiegel richiede molta più professionalità per fare marketing. Per far funzionare la pubblicità, insomma, c’è bisogno di grandi idee, semplici e immediate, che spesso solo i veri professionisti sanno partorire. Il marketing su Snapchat, almeno quello veramente efficace, richiede dunque un investimento di risorse che solo le grandissime aziende, quelle che in fondo non hanno così tanto bisogno di pubblicità, possono permettersi.
Utilizzare questo social per connettersi e ingaggiare il proprio pubblico può essere quindi difficile. Ad esempio una foto o un video scompariranno non appena vengono visualizzati dal destinatario. Per questo motivo per sfruttare al meglio ogni secondo disponibile è necessaria una certa dose di strategia. E anche le idee dei pubblicitari più pagati e brillanti, spesso si rivelano fallimentari.
Pubblicità e marekting: ecco perché non puntare sul social di Evan Spiegel
D’altra parte c’è da dire che internet è uno strumento sempre più usato per vedere foto e filmati e Snapchat ha cavalcato il trend, sfruttando un’altra tendenza molto diffusa, cioè la comunicazione basata sulla rapidità. D’altra parte, il successo di questa piattaforma è ancora legato soprattutto agli adolescenti, a chi insomma usa lo smartphone più per passatempo che per altro.
È per questo motivo che pubblicizzare determinate categorie merceologiche può risultare del tutto inutile. Pensiamo per esempio alle auto, nonostante il successo della campagna di Audi è pur vero che nessuno, probabilmente entro i 30 anni, con i tempi che corrono può permettersi di acquistare una vettura nuova fiammante.
La durata breve dei contenuti di Snapchat consente inoltre di ritrovare una dimensione privata, positivissimo per la vita personale, ma in netta controtendenza con le basi della pubblicità. Le persone, dunque, utilizzando Snapchat ritrovano spontaneità e autenticità, di nuovo positivissimo, ma tendono a precludere alle aziende, di qualunque dimensione esse siano, la possibilità di fare pubblicità. L’utente utilizza dunque il social per svago e si sottrae a quel ruolo si spettatore vittima che aveva conquistato negli ultimi anni con Facebook sul quale, tra un post e l’altro, cadono a pioggia offerte pubblicitarie e messaggi promozionali.
D’altra parte, e appare come uno dei pochi aspetti positivi, i follower devono iniziare a seguire l’azienda attraverso uno username o un QR code. In questo modo l’azienda è sicura che i suoi follower siano già interessati al brand. Insomma, l’utilizzo di Snapchat per il business è tutt’altro che semplice e, per questo motivo, marketer e pubblicitari preferiscono sempre di più altre piattaforme.
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