Iniziamo dal tag title per la SEO on-page
Il primo fattore SEO da valutare con grande attenzione è il tag title, vale a dire il titolo che appare nella serp del motore di ricerca con il font più importante. Questa stringa di contenuto – massimo 65 battute circa altrimenti Google la tronca nella visualizzazione – deve contenere la keyword che rappresenta il topic più importante, arricchita con parole chiave correlate. Il concetto di keyword nel tag title non è più vincolante come un tempo: oggi Google riesce a capire perfettamente se un articolo è utile al lettore che cerca un argomento a prescindere dalla corrispondenza esatta tra query e presenza della keyword nel titolo. Ma è sempre utile inserirle, magari all’inizio per dare maggior importanza alla tua scelta strategica.Ricorda che se vuoi inserire il tag title nei tuoi post sul blog devi attivare un plugin per consentire di attivare il campo specifico. Io ti consiglio di usare WordPress SEO by Yoast, un vero portento per aiutarti nel lavoro di ottimizzazione.
Meta description, tag per argomentare
Questo è uno degli elementi più importanti per l’ottimizzazione on-page in chiave SEO. Anche se non è determinante per il ranking, la meta description appare spesso (non sempre) nella serp e aiuta il lettore a contestualizzare.
E a prendere una decisione. La presenza di questo meta tag Google (circa 145 battute) può aumentare il click-through rate. Cioè la percentuale di persone che, una volta visto il link nella serp, decide di cliccare sul tuo operato.
Anche qui devo inserire la keyword più importante? Come ho detto, non influenza il posizionamento però può essere utile sempre in ottica di comunicare subito qual è il tema affrontato. Senza dimenticare che Google mette in grassetto le parole che corrispondono alla query digitata. Questo può far saltare all’occhio il risultato del tuo sito web.
URL della pagina web: semplice e pulito
Altro elemento che concorre a creare una pagina ottimizzata SEO: la presenza di un URL breve e diretto. Deve essere un elemento di micro-copywriting capace di far intendere subito al lettore e al motore di ricerca qual è il tema principale.
Non usare questo elemento per inserire termini a caso: rendilo breve, diretto. Può essere utile avere la keyword principale, quella usata anche nel tag title, nel permalink. Magari eliminando congiunzioni e articoli per semplificare il risultato finale.
H1 e divisione del documento in sezioni
Una buona pagina web ha una struttura interna di titoli (detti header) che vanno dall’H1 all’H6. Il primo è sempre presente in un documento HTML ed è buona regola lasciare che sia unico. Detto in altre parole, in una pubblicazione c’è un titolo e, proprio come faresti con un libro, elementi come paragrafi, sottoparagrafi e appendici per organizzare il testo.
Nel tag H1 puoi inserire un passaggio differente rispetto al title ma è conveniente lasciare la keyword più importante. Nei titoli secondari (H2, H3…) puoi aggiungere i concetti che ti aiutano a spiegare il concetto nel miglior modo possibile. In questi casi la keyword research ti aiuta a capire cosa affrontare in una pagina per renderla più completa e utile possibile.
Usando un plugin molto utile come Easy Table of Content puoi attivare un menu interno che consente alle persone di raggiungere direttamente la risorsa desiderata. Questo consente a Google di attivare i sitelink anche per il singolo risultato. E permettere a chi sta per cliccare nella serp di decidere cosa leggere sulla tua pagina.
SEO copywriting: cosa scrivere nel testo
Il keyword planner può aiutarti a trovare le parole chiave più importanti per il tuo business, lo stesso puoi fare con Semrush e Seozoom. Ma poi devi scrivere il contenuti nella pagina web. Quante volte ripetere la keyword? Dove la metto? Usciamo da questa logica e lavoriamo in modo da scrivere per le persone e non per Google.
Questo significa che per curare l’argomento SEO copywriting è giusto scoprire cosa vogliono i potenziali lettori (con la keyword research) e affrontare i temi con naturalezza. Senza pensare a quante volte appare la parola chiave ma piuttosto a usare sinonimi e correlazioni in modo da rendere il testo piacevole. Un lavoro che non tutti sanno fare.
Devi approfondire senza forzature, non bisogna scrivere tanto solo perché pensi che in questo modo sia possibile intercettare un maggior numero di parole chiave e posizionare una pagina per più keyword.
Link interni e in uscita: come metterli
Altro aspetto che determina l’ottimizzazione in termini SEO on-page: i collegamenti ipertestuali che possono essere outbound, in uscita, e interni. Ovvero diretti verso un’altra pagina dello stesso dominio. Una risorsa è pertinente anche nel momento in cui arricchisce il contenuto con approfondimenti contestualizzati. Scegli le risorse con attenzione e non aver paura di linkare siti esterni pertinenti e utili come fonte di riferimento per il lettore.
Immagini e foto ottimizzate per la SEO
Anche il visual fa parte del processo che ti consente di migliorare una pagina web in funzione dei motori di ricerca. Per implementare quest’aspetto, e dare alla pagina web le risorse giuste, puoi lavorare su tre fronti principali:
- Tag alternative.
- Nome file.
- Didascalia.
Altre personalizzazioni come il title della foto sono superflui. Attenzione, però, alla dimensione del file: devi fare in modo che le foto siano leggere perché la velocità di caricamento della pagina è un fattore di ranking. E uno degli elementi principali per determinare questo elemento è proprio il numero di Kb del visual. Quindi carica immagini poco impegnative.
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Ottimizzazione SEO on-page: come la fai?
Ti lascio con un consiglio fondamentale: affronta l’ottimizzazione di una pagina web pensando all’utilità che puoi dare cercando di essere più semplice e lineare possibile. Qualche dettaglio in più sul lavoro di ottimizzazione SEO on-page? Lascia le tue domande nei commenti, affrontiamo insieme questo passaggio così importante per il tuo sito.