Nel 2017 si è tanto sentito parlare di personal branding.
Ci è stato messo nelle orecchie dai social come una pulce. Magari vi sarà arrivata qualche mail dove vi proponevano corsi o ebook. Ciò che di sicuro abbiamo notato è la grande confusione che dilaga tra molti degli internauti.
Facciamo quindi un po’ di chiarezza su cos’è il personal branding.
Una delle mie foto scattate per il personal branding di Massimiliano Gennari
Il personal branding, dalla definizione al primo passo verso l’obiettivo
Di definizioni ne sono state scritte tante per il termine “ personal branding”. La più famosa è sicuramente: “l’arte di vendere se stessi”, oppure “il giusto modo di emergere”.
Possono essere tutte definizioni valide, ma in queste definizioni manca un concetto importantissimo: la strategia. Secondo la mia personale visione, è più corretto parlare di personal branding strategy.
Infatti il personal branding è una strategia composta da un insieme di azioni, che fanno si che il professionista possa distinguersi da un altro “collega”, vendendo così al meglio i propri servizi. Per fare personal branding non basta saper usare bene i social. Non basta avere un blog ricco di contenuti e non basta vestirsi sempre dello stesso colore per essere riconosciuti.
Al centro della strategia di personal branding vi sono dei passaggi in cui si utilizzano alcuni strumenti per creare coinvolgimento e fidelizzazione del cliente.
Se nella vostra vita avete letto almeno un articolo sul marketing, oppure avete seguito un corso, sapete che la prima cosa da fare per riuscire a vendere è: capire a chi volete vendere.
Per fare questo, dovete capire chi siete, professionalmente parlando e a chi volete vendere la vostra immagine. Solo così potrete elaborare una personal branding strategy efficace.
Ecco svelato il primo passo per fare una strategia.
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5 mosse per cominciare la tua strategia di personal branding
Per iniziare vi serviranno due strumenti importantissimi: carta e penna. Scrivete, scrivete, scrivete. Scrivetevi tutte le domande seguenti e date delle risposte reali, concrete ed oggettive.
Che tipo di professionista siete?
Dovete scoprire chi siete realmente come professionista. Sembra scontato, ma vedrete che sarà la domanda più difficile alla quale rispondere. Prendere coscienza scrivendo su un foglio del fatto che siete un architetto, un manager, o un comico, non è così scontato.
Se non prendete voi coscienza della vostra identità di professionista, trasmetterete poca sicurezza ai vostri clienti.
Cosa realizzate con il vostro lavoro?
Subito dopo dovrete chiedervi:
- Cosa realizzo nel mio lavoro?
- Cosa faccio realmente a livello professionale?
- Qual’è il servizio che offro ai miei clienti?
Se non riuscite a spiegarlo a voi stessi su un foglio bianco, sarà impossibile creare una strategia di personal branding efficace. Elencate quali sono i vostri servizi, cercate di fare mente locale sulle vostre esperienze che vi hanno portato a poter offrire la vostra professionalità.
Perché avete deciso di intraprendere questo lavoro?
Un tasto dolente, chiedetevi il perché? Perché siete diventati avvocato o giornalista? Cosa volete dalla vostra professione? Aiutare il prossimo, volete fare tanti soldi o stare a contatto con la gente. Non c’è una risposta sbagliata, purché sia quello che volete davvero.
Solo se avete degli obiettivi chiari potrete eventualmente riferirvi ad un personal branding manager che possa aiutarvi.
Quali sono i vostri punti di forza?
Passiamo alla presa di coscienza dei punti di forza.
Scrivete tutte le vostre esperienze, le vostre capacità professionali e valutate quali vi rendono davvero unico. Pensate per cosa un domani vorreste essere conosciuti nel vostro settore. Analizzate i vostri competitor e definiteli in modo chiaro.
Non tutti i professionisti del vostro settore sono vostri concorrenti. Impersonate per un’attimo un vostro cliente e chieditevi perchè dovrebbero scegliere voi, invece della concorrenza.
Siate onesti con voi stessi e non date la colpa di tutto alla “guerra dei prezzi”.
Anzi cercate di capire su cosa puntare affinché i vostri clienti valutino l’aspetto economico per ultimo. Ci sono cose che non hanno prezzo. Dovete cercare di essere una di loro, nei limiti della realtà possibile.
A chi volete mirare con il personal branding?
Questa è la parte più bella del piano.
Immaginate a chi vorreste proporvi. Immaginate, come in un sogno, il vostro cliente ideale. Scegliete un target. La parte bella sta nel fatto che con una giusta strategia di self marketing arriverete a far diventare quel sogno realtà.
Questo punto, che sembra utopistico, se sviluppato bene vi porterà ad avere contatti mirati, azzerando le perdite di tempo con potenziali clienti che guardano solo il prezzo. Come dicono gli americani “One Man, One Shot”.
Mettiamo in pratica la strategia di personal branding
Se sapete chi siete potete cominciare con il personal branding.
Una volta riempito di riflessioni quell’importantissimo foglio di carta, vi serve una strategia per arrivare ai vostri obiettivi.
Ovviamente ci sono varie metodologie in cui vengono impiegate varie piattaforme e strumenti. In questo articolo vi indicherò un piano strategico per il personal branding base, che può poi essere evoluto o modificato in base alle vostre esigenze di business.
Ho suddiviso la strategia in tre settori. Questi tre settori devono essere messi in atto in quest’ordine e poi mantenuti costantemente aggiornati.
Vediamo quindi come si passa dall’attirare l’attenzione, al farsi notare per le proprie doti di professionista ed infine ad avere un contatto diretto con il nuovo cliente.
Una delle mie foto scattate per il personal branding di Massimiliano Gennari
Generate interesse e fatevi conoscere con il personal branding
Il mercato si basa sulla domanda e sull’offerta. Questo è un concetto che dovete sempre tenere a mente in questa fase. Per vendervi dovete trovare il modo di creare un bisogno nel vostro cliente.
Se siete un professionista ed avete già fatto chiarezza sulla targetizzazione, siete già a metà dell’opera. A questo punto dovete cominciare a lavorare con il personal branding per creare interesse.
In questa fase dovete cominciare a farvi conoscere ed esporre in maniera chiara quali sono i vostri punti forti.
Cercate di trasmettere qual’è il vostro modo di affrontare il lavoro nella vita di ogni giorno.
Del resto a tutti noi è capitato di avvalerci di un professionista, piùttosto che di un’altro di pari livello, perchè umanamente siamo riusciti ad entrare in sintonia.
Il social potrebbe fare al caso vostro!
Il canale più adatto in questo caso è il social. Aprite una pagina Facebook, un profilo Instagram professionale ed iscrivetevi a LinkedIn. Valutate tutti i social in base al vostro tipo di professione ed il target dei vostri utenti.
Cominciate a lavorare sui contenuti. Ricordate che dovete promuovere voi stessi, non i vostri servizi.
Il confine può sembrare sottile, ma non lo è. Un esempio pratico: non mostrate il vostro prodotto finito, mostrate voi stessi mentre eseguite il lavoro.
Avvalersi dello storytelling è basilare in questa fase. Raccontate ai vostri clienti perchè state facendo questo servizio.
Descrivete loro cosa provate a livello emotivo, ponendovi come obiettivo di trasmettere passione e quindi empatia. Tutti amano chi lavora con passione, poiché hanno la percezione di acquistare un prodotto di qualità superiore.
Lo storytelling funziona molto con fotografie correlate da testo, ma funziona ancora di più con i video.
Forse non ci avete mai fatto caso, ma nei ristoranti di lusso la cucina è sempre a vista. Per questo motivo: backstage è la parola d’ordine per riuscire a mostrare i punti forza di un professionista che vuole fare personal branding.
Regalate un po’ della vostra professione
Se con i social avete ottenuto consensi, è ora di cominciare il piano d’attacco marketing. Il canale che utilizzeremo in questa fase è il blog. Il blog può essere all’interno di un sito web oppure slegato.
Se è all’interno di un sito web, vi chiedo che questo sia personale e non aziendale, poiché l’obiettivo è vendere il singolo professionista e non un brand. Al contempo, se il blog è slegato dal sito web, ricordatevi di inserire una piccola sezione in cui vi è comunque indicato bene chi siete (biografia), di cosa vi occupate ed i vostri contatti.
Di cosa potete parlare sul blog? L’obiettivo è quello di coccolare i vostri utenti regalando loro dei contenuti utili. Se siete un avvocato, potresti spiegare una nuova legge appena entrata in vigore ad esempio.Un’altra cosa che funziona molto bene, riallacciandoci allo storytelling, è il racconto di una vostra esperienza.
In questo modo, un potenziale cliente che ha bisogno dello stesso servizio, potrà entrare a conoscenza di quali passi dovrà affrontare, per arrivare a quel traguardo.
Una delle mie foto scattate per il personal branding di Massimiliano Gennari
Create un contatto per arrivare alla vendita
Questa è una parte non facile, che deve essere fatta con grande strategia.
In questa fase vi consigliamo di utilizzare la mail marketing. Se avete fatto una buona operazione nelle fasi precedenti, sicuramente avrete raccolto contatti (la cosiddetta “lead generation“).
Cosa scrivere sulle mail di self marketing?
Anche in questo caso miriamo ad un obiettivo preciso: entrare in contatto con il cliente, cercando un’interazione diretta. Del resto, possiamo finalizzare la vendita di un servizio, solo quando possiamo avere un botta e risposta con il potenziale cliente.
Le mail devono fungere da collegamento tra i social ed i blog, ma senza che la vendita sia troppo esplicita. Un altro obiettivo che potete porvi quando pensate alle mail, è quello di coccolare il vostro utente.
Avete fatto un articolo dove regalavate una nozione? Mandate una mail dove segnalando il vostro articolo vi mettete a disposizione per ulteriori chiarimenti. Se in parallelo alla strategia messa in atto, avete pensato di organizzare un evento o uno speech per farvi conoscere, la mail è sicuramente un bel modo per invitare i vostri utenti a presenziare.
Se non lo organizzate voi, ma presenzierete a qualche evento, potete comunque segnalare che sarete presenti. Quell’occasione potrebbe essere il momento per conoscervi senza impegno.
Questo è il flusso che consiglio come primo approccio con il personal branding. Ricordate sempre che nessuna di queste parti deve mai interrompersi. Dovrete costantemente creare interesse, raccontare ciò che fate e cercare di entrare in contatto con gli utenti.
Da leggere: Come pubblicare le foto su Instagram: ecco alcuni trucchi
Il personal branding comprende la visual identity
L’ultima cosa su cui voglio fare chiarezza è la visual identity. Molti pensano che il personal branding e la visual identity siano la stessa cosa.
La visual identity è infatti, parte della strategia di personal branding. Per trovare una definizione, possiamo dire che questa è il processo visivo, per il cui ci rendiamo riconoscibili agli utenti.
Alla base della visual identity c’è una scelta stlistica del professionista, che deve essere portata avanti con coerenza, in ogni aspetto della sua comunicazione.
Guardandoci allo specchio, cerchiamo di capire se abbiamo uno stile formale, informale, elegante o casual.
Una volta identificato questo aspetto, dobbiamo far sì che i nostri clienti ritrovino il nostro stile, nel nostro abbigliamento così come nella grafica del nostro sito e nel nostro logo.
Se abbiamo fatto un’azione di personal branding moderna e casual, il nostro blog dovrà avere queste caratteristiche grafiche.
Quindi con molta probabilità dovrà riportare pochi colori tenui, come in uso per la moda odierna.
Così come, il nostro logo non potrà essere slegato, ma avrà un’identità pulita e semplice senza troppi “fronzoli”.
Il vostro logo deve rappresentare, il più possibile voi o i vostri servizi
Prima di parlare di visual identity come stile estetico della persona, preciso che dovrete mantenere lo stesso atteggiamento anche nel modo di porvi.
Se come appena ipotizzato, avete uno stile informale, anche la comunicazione social e le mail potranno avere un tono più confidenziale, rispetto a chi si pone come brand di eleganza e dovrà porsi con informalità.
Passiamo ora alla parte estetica della persona, per cui molte persone che cominciano a fare self marketing pensano che basti affidarsi ad un consulente d’immagine per aver raggiunto un’obiettivo. Quante volte vi è capitato di non ricordarvi il nome di un artista, ma avere ben in mente un accessorio che lo contraddistingue.
La visual identity infatti una volta era confinata pressoché nel mondo dei vip, mentre oggi è parte della vendita personale di ogni professionista.
Come creare la nostra visual identity
La prima cosa da fare è non esagerare. Se non avete mai portato la barba, cominciare da domani a sfoggiarne una da hipster sarebbe una forzatura. Questa potrebbe rendere ridicolo il professionista e farlo sentire a disagio. Analizziamo noi stessi, alla ricerca di qualcosa che già nel quotidiano amiamo e magari ci caratterizza.
Una volta identificato il nostro punto di forza, dobbiamo renderlo ben visibile e rimanere fedeli a questa scelta. Se portiamo gli occhiali da sempre e crediamo che quello possa diventare un nostro marchio di fabbrica, possiamo pensare di cambiare montatura. Scegliendone una originale che possa da quel giorno rispecchiarvi, facendovi sentire a vostro agio. Trovate qualcosa nella vostra immagine di identificabile e sfoggiatela con coerenza ogni giorno in ogni situazione.
Come ogni ramo del marketing il personal branding non è semplice e non è una regola univoca, uguale per tutti. Ogni persona deve fare un grande lavoro su se stessa e sul proprio business, per raggiungere i propri obiettivi. Il mio consiglio è quello di cominciare dalle basi tracciate in questo articolo, per poi sperimentare nuove strategie e magari chiedere l’aiuto ad un consulente di personal branding, per affinare la propria tecnica di auto promozione.