“Le foto te le facciamo noi in azienda”, “Per quattro foto dei prodotti non serve un fotografo professionista”: queste sono frasi che abbiamo sentito ripetere troppo spesso.
Quando ci viene fatta la richiesta di promuovere un prodotto, sui social oppure realizzare un e-commerce, molti clienti sottovalutano l’importanza di un fotografo professionista.
A tal proposito oggi faremo un po’ di luce su questo aspetto.
Specifichiamo che quando si consiglia ad un cliente di avvalersi di uno studio fotografico professionale, non stiamo parlando solo di un singolo professionista, ma di un team specializzato nella realizzazione delle immagini.
Infatti con l’avvento del digitale, una singola persona non è più sufficiente ad assolvere le necessità della comunicazione visiva odierna.
In uno studio fotografico sono presenti diverse figure, ma oggi ne esamineremo due in particolare: Il fotografo ed il post-producer.
Perché non possono essere la stessa persona? Semplice, perchè l’esperienza di cui si ha bisogno per realizzare uno scatto fotografico e quella necessaria per la post-produzione, sono talmente vaste che difficilmente una persona singola sarà in grado di possederle entrambe.
Per semplificare e spiegare chiaramente il lavoro di questi due professionisti andiamo ad elencare i processi di cui si occupano.
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Esame del layout
Questa operazione viene eseguita da entrambe i professionisti. Insieme, fotografo e post-producer esaminano il layout fornito dall’agenzia di comunicazione per capire come realizzare l’idea richiesta.
In questa fase si determina quali scatti dovrà fare il fotografo e quali operazioni dovrà fare il post-producer.
Teniamo conto che quando si parla di fotografia pubblicitaria digitale, ci si serve di una tecnica chiamata “pass fotografici”.
Ipotizziamo di dover realizzare l’immagine riportata in questo articolo.
Il fotografo realizzerà, mantenendo la camera nella stessa posizione, più scatti con luci diverse ma congrue al fine di avere più scatti dedicati ad ogni soggetto della fotografia. Per intenderci meglio, ci sarà uno scatto per il cucchiaino, un oggetto riflettente da trattare con accortezza.
Uno scatto per la ciotola sfocata, uno scatto per la copertura della torta, uno per la base in pasta frolla e uno per lo sfondo.
Insieme al post-producer si deciderà quindi quanti scatti servono per realizzare l’immagine finale.
Ovviamente questo processo va pensato anche per un singolo oggetto.
L’esempio più semplice, dovendo fotografare la ruota di un’automobile, gomma e metallo del cerchio verranno trattati con processi e scatti differenti.
Il fotografo padroneggia la luce con l’artigianato
L’arte del fotografo è quella di scrivere con la luce. Ogni fotografo nel suo background deve sapere come rendere ogni materiale al meglio.
Facendone risaltare le qualità e rendendolo così “più invitante”.
Un fotografo amatoriale non avrà mai le conoscenze per realizzare immagini altamente espressive.
Ci sono molte tecniche pratiche, utilizzate sui set, che sfruttano materiali riflettenti, come specchietti per indirizzare fasci di luce in punti precisi, carte d’alluminio per trattare i metalli e cartoncini sagomati a regola d’arte per rendere un bicchiere di birra ancora più invitante.
Deduciamo che il lavoro del fotografo spesso sfocia nel puro artigianato.
Infatti gli strumenti di uso quotidiano per un fotografo professionista non si comprano su e-bay ma si trovano attorno a lui nella vita quotidiana.
La sua bravura sta nel saperli utilizzare.
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Ottiche e profondità di campo
Il fotografo deve sempre scegliere il punto di vista più adatto all’idea da comunicare.
Di conseguenza scegliere l’ottica da usare.
Quando un fotografo sceglie gli strumenti da utilizzare, sta scegliendo cosa mettere in risalto.
Un’ottica poco prospettica renderà l’immagine più verosimile, ma a volte meno utile alla comunicazione. Mentre un ottica grandangolare può mettere in risalto, anche se sproporzionato, il soggetto della foto con migliore efficacia.
L’esempio di questa immagine riportata nell’articolo, dove evidentemente l’estremità della brioches è sproporzionata. Insieme all’ottica ed alla prospettiva, gioca un grande ruolo la composizione e la messa a fuoco.
Chi si intende un po’ di comunicazione visiva sa che esistono dei “punti di forza” o “punti focali dell’immagine.
Sono quei punti risultanti dall’incrocio di quattro linee, che suddividono l’immagine in nove quadrati. Questi punti di forza, sono scientificamente le zone dove l’occhio umano si concentra maggiormente, alla vista di un immagine. Posizionare il soggetto su questi punti è uno stratagemma funzionalismo, anche se non è l’unica tecnica esistente.
Dallo scatto alla post-produzione
Inutile specificare che i fotografi utilizzano sempre formati delle immagini grezzi (Raw, Nef, ecc..).
Questo per far sì che il post produttore abbia nei file scattati dal fotografo, più informazioni possibili da elaborare al computer.
Dopo il download delle immagini comincia il processo di post produzione.
Dapprima si comincia con l’assemblamento delle immagini.
Come detto in precedenza, anche per un singolo oggetto possiamo avere decine di immagini.
Il post-produttore fotografico si occupa di scontornare (ritagliare) gli elementi dell’immagine ed assemblarli tra loro.
Il post-produttore professionista conosce a fondo ogni software che utilizza (che per la precisione non è uno solo, il più conosciuto, photoshop) ed elabora un processo di post produzione personalizzato per ogni lavoro.
Gli strumenti sono molteplici maschere di opacità, di contrasto, correzioni di colore e tonalità tramite curve ed istogrammi.
Una volta assemblata l’immagine si comincia con la post produzione del colore, affichè ogni elemento dell’immagine risalti, abbia una colorazione verosimile e sia congruente con gli altri elementi della fotografia pubblicitaria.
Ultimamente i post-produttori possono ricorrere anche a delle immagini realizzate in grafica 3d. Come per esempio l’utilizzo di fluidi, come un’esplosione di latte nella pubblicità di un a barretta di cioccolato.
Il principale compito di chi fa post-produzione fotografica è quello di rendere verosimili le immagini.
Successivamente si passa al rendere l’immagine invitante ed espressiva.
Molto spesso si va ad intaccare la veridicità di un’immagine, per rendere il prodotto più invitante.
L’esempio lampante del gelato confezionato, che nelle pubblicità esplode di 5 cm al disopra della vaschetta di gelato.
Elencarvi i metodi con cui si rende possibile tutto ciò, significherebbe realizzare un corso avanzato per fotografi.
Quello che vi occorre sapere è che non basta conoscere gli strumenti del software per realizzare questo tipo di immagini fotografiche professionali.
Occorre invece tanta esperienza e tanto “gusto estetico” che si acquisisce solo con tanta pratica.
Finalizzazione delle immagini
Sembrava terminato il processo di produzione delle immagini.
Ma dobbiamo sempre tenere conto di dove sono destinate le immagini fotografiche: carta, web, social, cartellonistica….hanno caratteristiche ben diverse tra loro.
Il post-producer in base dalla destinazione delle immagini vi consegnerà le foto con le caratteristiche più adatte alle vostre esigenze.
Il mio consiglio è quello di far interfacciare il grafico pubblicitario ed il post-produttore fotografico sempre affinché tutto questo lavoro non venga sprecato, per via di un profilo colore sbagliato o una risoluzione eccessiva per il web che ne impedisce un caricamento veloce.
Non credo ci siano eccezioni.
Chiunque debba mostrare un suo prodotto, dal menù del ristorante ad un e-commerce se vi servirete di uno studio fotografico pubblicitario professionale avrete molti più risultati.
Investire solo a metà, quando si parla di comunicazione è come non investire affatto. Il mio consiglio finale è sempre, ascoltate sempre chi vuole farvi raggiungere il successo.