Cosa significa fare social media marketing nel 2020? In primo luogo devi prendere in considerazione una serie di punti da evitare. Si vedono e si sentono idee che non dovrebbero essere più prese in esame. Almeno dai professionisti della buona comunicazione online.
Attenzione, non spero di cadere nella polemica facile. Tutti possono sbagliare e non si vuole criticare chi lavora bene e con principi sani ma, come capita spesso, fa qualche errore.
Sia di valutazione che di metodo. Sbagliare è un inconveniente che capita a chi fa. Ma è anche vero che ci sono delle considerazioni giuste per evitare errori madornali che oggi, nel 2020, non si possono più accettare. Mi dispiace, non più. Qualche esempio? Continua a leggere.
Pensare di poter sopravvivere senza pubblicità
Proprio così, i social non sono gratis. Non sto dicendo che Facebook è a pagamento ma che ci sono degli investimenti da sostenere.
E non solo per fare social media marketing con i contenuti organici: la visibilità su Facebook, Instagram o altre piattaforme si paga. Ed è anche giusto farlo.
Perché puoi raggiungere obiettivi concreti grazie all’advertising ben fatto e alle persone che conoscono questi tool. Soprattutto se lavori con gli strumenti giusti, come ad esempio il pixel per fare Facebook ADS che ti consente di tracciare il tuo target e ottenere delle sponsorizzate adeguate al tuo pubblico.
Traffico organico e visibilità gratuita sui social sono concetti labili, effimeri: definisci un budget per le sponsorizzate, altrimenti rischi di cadere in uno degli errori del social media manager.
Ignorare la definizione di obiettivi importanti
Altro errore clamoroso che può mettere in pericolo la tua idea di fare social media marketing. Nel 2020 non si possono prendere in considerazioni piani di digital marketing incapaci di lavorare verso obiettivi pratici. Chiaro, vendere e guadagnare di più sono le bussole di riferimento un po’ per tutti ma come si ottengono i numeri? Attraverso l’analisi dei risultati.
Per questo si ragiona ancora molto sul concetto di KPI, key performance indicator. Un piano di content marketing ben studiato, anche sui social, deve sempre poter far affidamento sugli obiettivi e i relativi indicatori numerici per capire se stai facendo bene o male.
Senza dimenticare che anche la scelta delle diverse piattaforme social rientra tra la definizione degli obiettivi di web marketing. Spesso, ad esempio, i social media manager si lasciano incantare dalle mode del momento. E aprono account TikTok, Snapchat o altro ancora.
Servono a qualcosa? Sul serio? Il brand in questione ha interesse a comunicare con le persone che frequentano queste realtà? È a suo agio con quelle dinamiche di relazione?
Non parlare con gli utenti e i clienti
Sai cosa dice il Cluetrain Manifesto? Già nei primi passaggi si trovano i punti fondamentali da sviluppare per ottenere buoni risultati nel mondo della comunicazione online e offline:
I mercati sono conversazioni.
Fonte Wikipedia.
Nelle 95 tesi – delineate nel 1999 da Rick Levine, Christopher Locke, Doc Searls e David Weinberger – si trovano consigli e idee dedicate alle imprese che operano in un mercato interconnesso. Ma questo passaggio lo voglio suggerire a chi fa social media marketing:
Ignorare la conversazione, sui vari Facebook e Twitter, vuol dire perdere gran parte dei vantaggi quando si affrontano i motivi per cui un brand si trova su queste piattaforme.
Perché questo? Rispondere, interessarsi, gestire le interazioni senza superficialità: stai parlando ai tuoi potenziali clienti in pubblica piazza. Questo significa dare valore al tuo nome.
Puntare solo sui (tuoi) contenuti promozionali
Esiste un concetto molto interessante che risponde al nome di Golden Ratio dei contenuti sui social network. Sto parlando delle proporzioni ideali tra ciò che viene usato per sponsorizzare:
- Contenuti promozionali che usi per vendere o guadagnare.
- Elementi legati al tuo brand ma informativi e utili.
- Risultato di un lavoro di content curation esterno.
Ciò significa che devi scegliere cosa pubblicare sui tuoi profili. Fare social media marketing nel 2020 è un’impresa che necessita di equilibrio e buon senso. Oggi, più che mai, devi evitare un lavoro basato solo ed esclusivamente sul tuo desiderio auto-celebrativo.
Il tuo calendario editoriale deve essere organizzato in modo da gestire in modo equilibrato i contenuti. Scongiurando l’ipotesi di lasciare la bacheca in preda alle preghiere di vendita.
Si sottolinea un punto: le proposte commerciali si fanno con l’advertising. Ma bisogna anche capire la chiave giusta per fare breccia nel tuo pubblico. Non basta pagare per avere visibilità e vendita: la scelta del copy e delle immagini o video nella pubblicità fa la differenza.
Non considerare l’importanza del visual
Un grave errore, quasi imperdonabile. Fare social media marketing nel 2020 è sinonimo di grande attenzione nei confronti di ciò che rientra nella categoria visual.
Dallo storytelling all’advertising, ogni azione passa attraverso l’ottimizzazione dei contenuti che rispondono ai nomi di grafiche, video, dirette, infografiche, immagini e foto.
Devi destinare uno spazio, nel calendario editoriale destinato ai social network, per questi contenuti valutando anche eventuali diversificazioni. Ad esempio tra IGTV, video delle storie su Instagram, dirette e mini-clip. Inoltre devi trovare idee per rubriche tematiche: avere contenuti visual, soprattutto video, senza una traccia e un obiettivo vuol dire sparare nel mucchio.
Da leggere: content marketing per trovare buoni link
Fare social media marketing secondo te
Questi sono gli errori da evitare oggi se vuoi presentare la tua attività di social media manager ai tuoi clienti. O se preferisci lavorare in proprio, per dare visibilità alla tua azienda online.
Credi che l’elenco che ti ho lasciato non sia abbastanza? Di sicuro esistono altri punti da affrontare, ma adesso mi piacerebbe avere la tua opinione nei commenti. Quali sono i punti da aggiungere? Affrontiamo insieme questo tema legato ai principali errori del SMM.