Domotica e app: gestisci la tua casa con pochi touch

La domotica sta pian piano diventando il trend del momento per quanto riguarda lo sviluppo di nuove tecnologie. Per questa ed altre ragioni, tanti settori si sono interessati alla domotica e, più in generale, anche allo sviluppo di smart building. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di capire meglio.

Le tecnologie legate alle reti, al design ed alla vita domestica, si stanno muovendo nella direzione della convergenza. La domotica ha trovato nel terreno delle reti un supporto assolutamente decisivo, un po’ per la vocazione di far comunicare oggetti e renderne agevole ed utile il dialogo, un po’ perché la gestione dei cosiddetti big data, vede nelle reti, il veicolo più utile, snello e funzionale. Può essere per questo quindi (ed è assolutamente comprensibile) che l’interazione tra la tecnologia domotica e quella delle app ha rivoluzionato la quotidianità dei suoi fruitori. C’era da aspettarselo del resto: chi non avrebbe mai immaginato che ci potessero tornare utili le app in ambienti in cui è implementata la tecnologia domotica? Sembra quindi un passo doveroso, quello delle app, di viaggiare e svilupparsi, attorno ed insieme alla tecnologia che si pone come garante della semplificazione delle nostre vite.

La crescita delle app applicate alla domotica | Emoe

Vi ricordate quando eravate su quel volo verso il mare ed avevate dimenticato vostro figlio Kevin a casa? O di quando, molto più probabilmente, vi è venuto in mente solo una volta arrivati a lavoro, di aver lasciato il bollitore acceso? I tempi sono abbastanza maturi perché questa cosa non succeda più. Sempre più ricerche vengono realizzare per sviluppare tecnologie di domotica, in grado cioè, di gestire la casa attraverso la robotica, tecnologie cioè in grado di gestire in maniera intelligente climatizzazione, distribuzione acqua, gas ed energia, impianti di sicurezza ed altro. Sembra infatti che il futuro stia andando verso la semplicità che cammina a braccetto con la tecnologia.

La storia della domotica non è così antica, possiamo considerare l’automazione degli edifici, un primo momento di sviluppo e riflessione di questo tipo di tecnologia. Se pensiamo ai sistemi di video/tele controllo che ci permettono di aprire o chiudere finestre, accendere o spegnere luci ed elettrodomestici, ci viene in mente che non vediamo l’ora che basti pronunciare una parola magica per accedere a queste funzioni come in certi film di fantascienza. Non è ancora così, ma la ricerca domotica si sta spingendo sempre più lontano e, per questa ragione, non sarà un’avventura che finirà troppo lontano, probabilmente. Per adesso, ci dobbiamo accontentare di usare una app tramite il nostro smartphone.La crescita delle app applicate alla domotica | Emoe

Ebbene sì, lo sviluppo di applicazioni mobile sembra aver preso piuttosto sul serio la sfida della domotica e di quella che viene definita anche come home automation. Vediamo magari come è perché. I passi da gigante che si sono visti dell’implementazione di tecnologie che permettano ad oggetti, attraverso una rete, di comunicarsi e comunicare informazioni, sono sotto i nostri occhi.




Domotica per le app o app per la domotica?


Una delle novità che ha salutato questo 2016 è la volontà, per esempio, di Zuckerberg, fondatore di Facebook e da poco papà, espressa con un post su Facebook nel quale spiega che la sua «sfida personale» di quest’anno sarà realizzare un sistema basato sull’intelligenza artificiale per gestire la sua abitazione, ispirandosi a Jarvis di Iron Man. Una concretizzazione della faccenda, non sembra così vicina, quindi, ma neanche troppo lontana.

Le app e la domotica andranno sempre più in stretto contatto, che si tratti di un sistema ad intelligenza centralizzata o distribuita, non fa differenza, per adesso abbiamo la possibilità di far funzionare queste tecnologie attraverso varie app mobile, implementate da tradizionali marchi legati all’energia, agli utensili domestici, ma anche ai sistemi di approvvigionamento di energia e sicurezza. L’unica tecnologia che permetta ad oggi, a costi grosso modo contenuti, di controllare da remoto, per esempio, le funzioni casalinghe, rimane a portata di touch screen.

Esistono certo delle app create dalle case produttrici di centraline di impianti domotici, ma si fanno sempre più strada, anche app di terze parti e soprattutto, queste ultime, spesso sono assolutamente compatibili con i cervelli elettronici centrali. Un altro passo in avanti per esempio è quello di Samsung, in dirittura di lancio di una nuova linea di smart tv che gestiranno e controlleranno tutti i dispositivi casalinghi collegati al web. Un altro esempio di un marchio vicino alla nostra vita domestica come Whirlpool, invece mostrerà le prime lavatrici e lavastoviglie con integrato l’«Amazon Dash», il pulsante dotato di connessione Wi-Fi che fa ordinare il detersivo con la semplice pressione del tasto stesso.

La crescita delle app applicate alla domotica | Emoe

Le app per la domotica devono quindi utilizzare logiche consone. Un sistema domotico integrato che è concepito per semplificare la vita all’interno delle abitazioni, deve essere quindi in grado di rendere snelle le operazioni di dialogo fra le varie componenti della rete. Un’app deve quindi essere costruita in maniera da orientarsi ad invio di comandi e ricezione informazioni che non siano un ostacolo alla praticità. La direzione sembra ormai segnata.

L’app perfetta per la domotica non deve creare conflitti fra i comandi, essere di facile impiego (si pensi ai bambini o agli anziani) ed essere gradevole (la difficoltà di interazione con il sistema non deve essere una barriera al suo utilizzo).

Uno degli aspetti più critici potrebbe sembrare quindi l’infrastruttura dati. Quando i cosiddetti big data fanno capolino nella nostra quotidianità, cosa succede? A volte succede che le app possano prevedere le nostre abitudini, per esempio. Oppure la casa stessa saprà tenere d’occhio le previsioni del tempo per arricchire di dati la funzione che controlla la temperatura dell’ambiente domestico. Questo è solo l’inizio.

Infine, si parlerà sempre più spesso di Internet of Things, che tradotto in italiano rende abbastanza bene, se adattato un attimino, perché si potrebbe davvero chiamare sia l’internet delle cose, ma anche, suggerisco,  le cose con dentro internet, non sarebbe male. Le connessioni e le reti la fanno da padrone, per questa ragione mobile e smart sono i due aggettivi principali che viaggiano e viaggeranno ancora in coppia.

 

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m.gennari

m.gennari

Lavora nel campo della comunicazione e marketing da più di 15 anni. Nel tempo libero si dedica alle sue 3 passioni: sua figlia Viola, il basket e i bonsai.

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