Bufale 3.0, la rovina della comunicazione Web

Il Primo giorno di aprile si sa, è caratterizzato da una quantità enorme di notizie false scambiate per vere, per la maggior parte delle volte, si tratta di scherzi, i cosiddetti “pesci d’aprile”. Questa tradizione si perde nei secoli, per una trattazione storica, potete consultare questa pagina web su Wikipedia. Il fatto è che, ovviamente, i pesci hanno trovato un enorme oceano nel Web, per essere liberi di nuotare e diffondersi. Prima, insomma, era più difficile senza i social e la rete, ma adesso è sempre più frequente trovare facilmente notizie false e scherzi durante tutto l’anno. Ebbene sì, il primo d’aprile si è trasformato e, ormai da diverso tempo, dura tutto l’anno. Vediamo quindi cosa succede, quando ogni giorno ci svegliamo e leggiamo notizie assurde, o meglio, notizie che a volte posso anche ingannarci, se non prestiamo la dovuta attenzione.

Bufale 3.0, la rovina della comunicazione Web | Emoe

Un esempio, anche per spiegare le dinamiche dei social network, è rappresentato dall’enorme proliferazione di bufale razziste, ovvero notizie che vedevano come protagonisti, immigrati colti in atti criminosi, oppure che ricevevano, per esempio, aiuti statali esorbitanti ed altri privilegi rispetto alla popolazione nativa italiana. In questo articolo è possibile leggere un’intervista all’artefice di un progetto editoriale online che ha costruito un enorme bacino d’utenza, con il conseguente enorme rientro economico.

Ma perché queste bufale diventavano virali?

 

Non sa rispondere a questo neanche l’autore, il meccanismo è comune, inoltre, anche ad altri autori ed altre autrici di bufale. Accade sempre più spesso che le persone non controllino bene la presenza e l’autorevolezza delle fonti. Questo fattore induce quindi in errore l’utente medio, che spesso condivide notizie ed informazioni sui social network a condividere anche le bufale. Unite uno scarso senso critico alla caoticità del flusso di informazioni al quale veniamo esposti/e ed otterrete che spesso, il falso venga preso per vero. Una volta che si impara a fabbricare bufale, ci si può quasi considerare dei veri e propri artisti, forse. Questo hanno fatto, conquistando moltissimi appassionati/e, siti come Lercio e il Corriere Corsaro. La strategia è semplicissima, ma in questo caso, l’elemento caricaturale è quello predominante. In buona sostanza, queste notizie sono fabbricate “a prova di stupido”, tuttavia, è sempre molto interessante constatare quante persone ci caschino, a volte.

Altre volte succede che le bufale siano meno crudeli, grazie al cielo, e possono essere dei pesci d’aprile anche piuttosto divertenti. Un esempio è quando veniamo ingannati con le immagini. Ormai le moderne tecnologie ci permettono di imitare facilmente colori, ombre e forme della realtà, i fotomontag Bufale 3.0, la rovina della comunicazione Web | Emoe gi a volte possono davvero stupire. Ecco un articolo che raccoglie alcune delle foto divenute virali, ma che erano dei falsi. Si va dalla storica foto di George W. Bush che legge un libro al contrario, ad una troupe di fotografi che scappa da un orso che li rincorre. Sicuramente si tratta di esempi più positivi delle bufale razziste, più positivi probabilmente anche di quelle che vedono come morti, personaggi famosi ancora in vita come Pippo Baudo. Il meccanismo di proliferazione delle bufale passa quindi dai social network e spesso accade che pagine ed account fake siano attivati con il solo motivo di diffondere notizie inventate. Probabilmente, i risultati più preoccupanti, si hanno quando gli account reali usano la rete in maniera poco attenta. In generale però, non è Internet ad essere deficitario di qualcosa, quanto i lettori, che dovrebbero consultare le fonti di cosa leggono e non lo fanno, offline ed online.

Forse a monte ci sarebbe da chiedersi perché alcune persone non giudicano assurde alcune cose, ma sarebbe un discorso troppo lungo e da sviluppare in un’altra occasione. Il punto fondamentale delle bufale e dei pesci d’aprile sul Web è che vengono condivisi, vengono diffusi ogni giorno, quindi non è poi così vero che il primo di aprile sia un giorno così speciale. Ma soprattutto, prima che qualcuno scopra la bufala, la stessa è già sulla bocca di centinaia se non centinaia di migliaia di persone. C’è anche una pagina intera del Post che raccoglie le migliori bufale tratte dal web, oltre a tantissimi siti web che raccolgono bufale e pesci d’aprile come questo sito webbutac.it o bufalopedia.blogspot.it.

 

Aiutate la buona comunicazione: controllate le notizie condivise sul web e sui social!

 

Probabilmente non tutti hanno lo spirito giornalistico, a volte neanche i giornalisti stessi seguono una delle regole fondamentali del mestiere: verificare la fonte dalla quale è tratta la notizia che intende riportare. Anzi forse non si tratta neanche di spirito giornalistico, ma più di un compito spesso non svolto. Qualsiasi sia la soluzione o il mezzo, il consiglio, è sempre lo stesso: controlliamo meglio, prima di condividere. Di sicuro la comunicazione ne guadagnerebbe.

 

 

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m.gennari

m.gennari

Lavora nel campo della comunicazione e marketing da più di 15 anni. Nel tempo libero si dedica alle sue 3 passioni: sua figlia Viola, il basket e i bonsai.

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